
Oggi per me è una giornata da segnare sul calendario: per la prima volta sono riuscita a creare un confine direttamente con un’altra persona.
Nel percorso di risveglio spirituale una delle tappe importanti è quella di creare di mettere dei paletti con sé stessi ma soprattutto con gli altri. Una cosa che io non ho mai fatto come conseguenza di personali traumi, quindi mi ritrovavo a dire sempre si a tutto e tutti anche quando la cosa a cui dicevo di sì non mi faceva sentire bene con me stessa. Questo succede spesso come risultato di traumi, specialmente derivanti dalla ferita di abbandono, perché l’ego ha paura che se non facciamo quello che vogliono gli altri (o la società) veniamo identificati come cattivi e quindi allontanati dalla “tribù”.Lavorando su questo tema quindi inizialmente ho cominciato a mettere confini a me stessa, che poi erano confini con le idee installate dalla società. Per fare un esempio banale, uno dei primi è stato “Quando sono stanca posso riposare. Quando ho bisogno di leggerezza posso divertirmi. In generale: se non faccio qualcosa di produttivo per qualche ora non sono cattiva”.
Mettere i confini con sé stessi però, non dico sia semplice, ma comunque fattibile, anche se va comunque contro l’ego che ti urla che se tua madre quando eri ragazza ti diceva spesso che dormivi troppo oppure eri pigra e non facevi niente, allora adesso non puoi fermarti un attimo se no sei inutile.La cosa più difficile è mettere confini con gli altri. Inizialmente io ho reagito così (a volte consciamente, a volte meno). Quando non volevo fare una cosa che mi veniva chiesta, inventavo scuse per non farla, o vere e proprie storie false che sostenevano il fatto che non ero io ad essere cattiva, ma le circostanze esterne mi impedivano di fare ciò che mi avevano chiesto. Sicuramente questo è un passaggio per arrivare al modo giusto di gestire una cosa, ma non può essere l’abitudine salutare.
Poi ho cominciato a dire piccole verità, con persone che sapevo avrebbero giudicato meno o per niente. Per esempio quando un amico mi chiedeva di uscire e non ne avevo voglia, invece di inventare scuse, dicevo che avevo bisogno di riposare, o di tempo per me. Già questo, anche se fatto con persone che comprendono, non era facile per me che ero abituata a fare tutto quello che volevano gli altri. In me sentivo comunque vergogna e senso di colpa, anche se non durava tantissimo.
Oggi invece, la mia collega mi ha chiesto di chiedere una cosa al capo per lei. Subito ho detto di sì, poi mi sono ascoltata e mi sono resa conto che questa cosa non mi faceva sentire a mio agio, e anche che se davo questa abitudine non sarebbe finita qui, ma avrei dovuto farlo tante altre volte. Allora, per la prima volta in vita mia, senza neanche pensarci troppo e senza arrabbiarmi, sono andata da lei e ho detto “scusami, ci ho ripensato, non mi fa sentire a mio agio questa cosa” sentendomi leggermente in imbarazzo dicendolo, ma poi subito dopo sono tornata subito in equilibrio. La sua risposta è stata semplicemente “ok, nessun problema, le scrivo io”. (E non arrabbiandosi come voleva farmi credere l’ego).
SI. .. PUÒ….FARE!! 😂
E il tutto è avvenuto in modo quasi naturale, senza forzature come sarebbe stato invece se avessi dovuto farlo qualche mese fa.
Rimango quindi dell’idea che il più delle volte non ci si deve forzare di fare cose che non sono nelle nostre corde, ma studiando, lavorando e ponendo attenzione ed energia su un tema, questo comunque lavora dentro di te dando sempre i suoi risultati.
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